Roma 19.04.2020 In questo particolare momento storico per il nostro Paese, il settore idroelettrico può rappresentare una leva strategica fondamentale a supporto del rilancio dell’economia, in grado di sostenere le imprese italiane, principalmente attive nelle filiere delle costruzioni e dell’ingegneria civile, idraulica ed elettromeccanica, oltre a valorizzare i territori e le comunità che ospitano gli impianti.
L’evoluzione della disciplina di settore ha portato ad oggi al rischio reale di uno sviluppo disarmonico del settore, a causa di un’impostazione che condurrà a provvedimenti disomogenei nei contenuti e nei tempi di approvazione. Appare necessario superare tali criticità, che sarebbero causa di paralisi degli investimenti, e assicurare agli operatori un contesto stabile e non distorsivo delle dinamiche del mercato elettrico, a vantaggio dell’intero sistema-Paese.
Per questo motivo Elettricità Futura e Utilitalia ritengono necessario che il nuovo contesto normativo debba assicurare il superamento delle asimmetrie esistenti a livello europeo, derivanti dall’assenza di armonizzazione delle discipline di riferimento e dalla mancanza di un “level playing field”, riaffermando il ruolo strategico dell’idroelettrico per il settore energetico nazionale.
Si accoglie quindi con favore l’ipotesi attualmente all’esame del DL Cura Italia di una revisione complessiva della disciplina che vada nella direzione di assicurare un quadro normativo stabile ed organico, stimolando l’avvio in tempi rapidi di un ciclo di investimenti privati fino a 7,5 miliardi di euro da parte degli operatori e generando significative ricadute occupazionali con impatto diretto sui territori nonché, indirettamente, un incremento del gettito fiscale.
In questo quadro, sarebbe quindi di assoluta importanza che queste proposte fossero approvate dal Parlamento, con l’obiettivo di rilanciare da subito gli investimenti su asset strategici a supporto della crescita economica e della decarbonizzazione del sistema elettrico, favorendo il rilancio di filiere industriali italiane e garantendo, in un quadro nazionale uniforme e prevedibile, la possibilità di accordi efficaci con i territori.
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