Roma, 29 maggio 2020 Gli esiti della seconda procedura pubblicati ieri dal GSE, hanno confermato i timori della vigilia, ovvero il netto mismatch tra contingenti messi a disposizione nelle procedure d’asta per i nuovi impianti e per i rifacimenti e i pochi progetti autorizzati pronti per la cantierizzazione. Se è vero che nei registri abbiamo una maggiore vivacità, con contingenti più esigui ma ampiamente saturati, il risultato deludente nelle aste degli impianti utility scale eolici e fotovoltaici, su cui il nostro Paese ha basato il suo Piano Nazionale Energia e Clima al 2030, fa presagire il forte rischio che il DM FER1 si riveli una grande opportunità mancata.
Risulta quindi del tutto evidente per Elettricità Futura la necessità di realizzare finalmente ciò che il settore chiede da anni in tema di semplificazioni e di rimozione di vincoli anacronistici per l’atteso sviluppo del settore. Ci riferiamo per quanto riguarda il rinnovamento degli impianti, all’individuazione a livello centrale delle modifiche “non sostanziali” di un impianto (autorizzabile con Procedura Abilitativa Semplificata - PAS) e di quelle “sostanziali” (assoggettate ad Autorizzazione Unica) o al superamento dello spalma incentivi volontario che blocca il possibile sostegno dello Stato ai progetti di revamping e repowering degli impianti esistenti. O, ancora, al superamento del divieto di incentivazione per gli impianti FV su aree agricole, perlomeno a partire da quelle superfici per cui il DM FER1 individua un criterio di priorità, quali discariche chiuse e ripristinate, ex cave e aree bonificate, ma che in moltissimi casi sono classificate al Catasto come superfici agricole, sebbene non utilizzabili a tal fine.
Elettricità Futura auspica che il prossimo DL Semplificazioni possa essere il momento per fornire tali risposte e permettere fin dal prossimo bando GSE di sfruttare appieno la dotazione di un DM disegnato per rilanciare gli investimenti nelle fonti rinnovabili dopo un periodo di forte rallentamento.
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