La generazione distribuita è negli ultimi anni oggetto di studio e di analisi, in quanto è un indicatore importante della diversificazione del mix energetico, e dell’utilizzo di fonti rinnovabili e di impatto sull’intero sistema elettrico, dalla generazione al mercato. Il concetto di generazione distribuita, introdotta dalla direttiva 2009/72/CE del Parlamento europeo, indica l’insieme degli impianti di generazione, dislocati sul territorio collegati al sistema di distribuzione, anche di piccola potenza.
Il numero di questi impianti in Italia è cresciuto negli ultimi anni, raggiungendo i 700 mila nel 2015, il 41% in più (+6.3%) rispetto al 2014. La potenza complessiva installata è di 30 mila MW, circa il 25 % di quella nazionale, e proviene per l’80 % da rinnovabili. Più di un terzo di questi impianti è ricollegabile al solare: nel 2015 i nuovi impianti fotovoltaici sono 39.987, seguono gli impianti eolici (+880), termoelettrici (+458) e idroelettrici (+259 ).
Nel 2015 si è registrato un lieve incremento della potenza totale installata (208MW) grazie al contributo
degli impianti eolici (+309 MW), fotovoltaici (+141 MW) e idroelettrici (+ 127 MW), che hanno compensato la diminuzione della potenza relativa agli impianti termoelettrici (-368 MW). Si è registrato invece una diminuzione della produzione rispetto al 2014, con un calo di 1.5 TWh, dovuta a un calo del contributo degli impianti idroelettrici di circa 3 TWh, non adeguatamente controbilanciato dagli altri impianti da FER.
In media, il 22% dell’energia prodotta da impianti di generazione distribuita viene autoconsumata, percentuale del 9,7% per gli impianti alimentati da rinnovabili e del 71,2% per quelli alimentati da fonti tradizionali.