La crisi dell’industria petrolifera è già iniziata da anni. Ma i tempi non sono più favorevoli, né per gli acquirenti né per i venditori. L’evoluzione svolta dalle fonti rinnovabili ha infatti cambiato irriversibilmente le dinamiche del mercato. È questo il panorama presentato dallo studio Wood Mackenzie, nel quale si afferma che saranno proprio le rinnovabili le fonti di energia che si imporranno in maniera più determinante nei prossimi 20 anni.
Il declino della domanda di petrolio è iniziato nel 2000 in Giappone, seguito da Germania, Italia e Francia e in ultimo, nel 2005, negli Stati Uniti e, secondo lo studio, al 2030 sarà di circa 4 milioni di barili al giorno minore rispetto ad oggi. Come afferma da Simon Flowers, Chief Analyst di Wood Mackenzie “Mentre la domanda di petrolio continua a crescere, il tasso di crescita rallenta, andando a impattare sui vari settori come quello dei trasporto”. Dal 2030 si registrerà una forte diminuzione della domanda di carburante, in parte alleviato dalla crescita della domanda nel settore navale e aereo. Dei 96 milioni di barili di petrolio consumati ogni giorno in tutto il mondo, circa 60 milioni sono impiegati nel settore dei trasporti. Il progresso tecnologico, l’efficientamento dei carburanti e lo spostamento verso veicoli ibridi ed elettrici, contribuiranno a soddisfare la domanda.
La domanda di petrolio nei Paesi sviluppati tornerà a scendere fino al 2020, raggiungendo un calo di 4 milioni di barili al giorno entro il 2035. Al contrario, nei Paesi in via di sviluppo la domanda di petrolio aumenterà di circa 16 milioni di barili al giorno fino al 2035.
Sebbene il picco dei consumi petroliferi si verificherà intorno al 2030, il settore petrolchimico farà inoltre registrare un ulteriore crescita della domanda. Secondo lo studio, il settore industriale dovrà sforzarsi maggiormente a pianificare la propria strategia per affrontare al meglio le dinamiche future.
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