Nove bellunesi su dieci ritengono importante che la propria casa venga alimentata da energie rinnovabili e oltre otto su dieci sono convinti che proprio le rinnovabili possano proteggere il territorio montano dai cambiamenti climatici. Anche per questo, la grande maggioranza dei cittadini è favorevole alla realizzazione di impianti green sul territorio e alla valorizzazione di risorse strategiche per la montagna come l'acqua e, di conseguenza, allo sblocco di quelle procedure che – soprattutto a livello pubblico – stanno bloccando l’iter di alcune opere.
A certificare scientificamente che quella bellunese è una popolazione particolarmente sensibile alle tematiche ambientali e alla produzione di energia pulita sono i risultati del sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione da Quorum YouTrend, per misurare le opinioni della cittadinanza sui temi della green economy - con un focus particolare sulle energie rinnovabili - ricerca presentata oggi pomeriggio su iniziativa di Confindustria Belluno Dolomiti, con la partnership di Elettricità Futura e di Unimont, l’Università della Montagna.
Per il presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo “a parole siamo tutti favorevoli alla transizione ecologica, nei fatti però ci si oppone se gli impianti vengono realizzati vicino la nostra città. Dovrebbe essere al contrario in quanto le rinnovabili generano profondi benefici per il territorio. Raggiungere il target di decarbonizzazione (riduzione del 55% delle emissioni di CO2 al 2030) permetterà infatti al nostro Paese di risparmiare almeno 50 milioni di tonnellate di CO2 nel 2030, produrre 90.000 nuovi posti di lavoro e 100 miliardi di euro di investimenti. Le Regioni e gli enti locali avranno un ruolo centrale per la realizzazione dei nuovi impianti rinnovabili. Per questo è essenziale la ricerca presentata oggi volta ad approfondire le opinioni della comunità sui temi strategici per lo sviluppo green. Anche Elettricità Futura promuove la cultura della transizione energetica e la consapevolezza dei vantaggi per i territori con la campagna social #GreenDealOra”.
“Il sondaggio indipendente e condotto con metodi scientifici conferma che la mentalità “green” è sempre più diffusa tra i nostri cittadini, soprattutto i più giovani. C’è una rivoluzione culturale in atto e che avvenga nella nostra montagna è un messaggio importante sia in termini etici che economici. E questo”, afferma Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, “in un momento storico in cui si sta programmando il futuro del Paese e dei singoli territori anche attraverso le progettualità del piano italiano del Next Generation Eu”.
La ricerca evidenza che i bellunesi sono netti nel distinguere le fonti sostenibili dal punto di vista ambientale da quelle dannose (come petrolio o carbone). Il 95% dei bellunesi ritiene che sole, aria, acqua siano fonti rinnovabili sulle quali si dovrebbe puntare e, nella stessa percentuale, che “un territorio dovrebbe puntare sulle sue risorse migliori per produrre la propria energia elettrica”. Tra le fonti più sostenibili, i bellunesi indicano il sole (72%), l’acqua (58%) e l’aria (44%). Mentre tra le più dannose sono indicate il carbone (80%), il petrolio (65%), il gas naturale (16%). Solo una piccolissima minoranza (2%) considera acqua, sole e aria come fonte di energia dannosa per l'ambiente.
“Si tratta di una premessa importante. In tutti c’è la consapevolezza del patrimonio esistente nelle nostre valli e dell’importanza dell’acqua come elemento per la produzione di energia pulita”, sottolinea Mauro Bez, presidente della Sezione Territorio, Ambiente ed Energia di Confindustria Belluno Dolomiti. “Ciò non significa realizzare impianti ovunque – prosegue Bez – ma individuare dei siti idonei e, contemporaneamente, velocizzare gli iter autorizzativi che oggi hanno tempi del tutto inadeguati”.
Dal sondaggio emerge che il 72% dei bellunesi è favorevole alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile in provincia. Il 61% degli intervistati si è dichiarato favorevole all’installazione di impianti ad acqua fluente e il 58 per cento promuove l'idea di autorizzazioni straordinarie per sbloccare gli iter di autorizzazione ancora pendenti di tali impianti. Tra questi ultimi in molti evidenziano l’assenza di decisionismo da parte dei politici locali ed eccessivi ritardi burocratici. Solo due bellunesi su dieci si dichiarano contrari o “poco favorevoli” a questo genere di impianti sul territorio.
“Sono dati significativi che impongono di andare oltre una visione ideologica, troppo spesso utilizzata artatamente da gruppi minoritari che, per l’appunto, non rispecchiano le convinzioni della grande maggioranza della popolazione che su questi temi – come evidenzia la ricerca – hanno maturato una visione compiuta e realistica, che nella maggioranza dei casi va anche oltre il famoso effetto Nimby”, afferma ancora Bez.
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