Condividiamo l'intervista di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, rilasciata ad Antonio Cianciullo e pubblicata sull'Huffington Post:
“In Europa e nel mondo le rinnovabili galoppano a velocità crescente, in Italia c’è il rischio concreto di andare indietro. In due anni siamo passati da poco più di un gigawatt a quasi 6 di nuova potenza rinnovabile installata, ma secondo le stime del Politecnico di Milano nel 2025 e nel 2026 precipiteremo a 2 gigawatt. Come è possibile? È presto detto: la crescita è stata drogata dal 110%. Quattro di quei 6 gigawatt sono piccoli impianti di fotovoltaico e senza il Superbonus questo tipo di crescita rallenterà. Le centrali di taglia industriale, quelle che servono ad abbassare i prezzi, sono invece sempre ferme: così i costi dell’energia salgono e l’economia rallenta.
Con l’intento di accelerare le procedure è stata creata la Commissione tecnica Pnrr-Pniec: doveva valutare i progetti entro 160 giorni. Ma in molti casi si è arrivati a un anno di attesa senza cenni di risposta e ormai le aziende fanno ricorso al Tar per denunciare i ritardi. Le imprese hanno pagato al Mase, anticipatamente, oneri istruttori per quasi 90 milioni di euro per iter autorizzativi che non riescono per la maggior parte a concludersi.
Inoltre, dopo oltre due anni di ritardo del Decreto aree idonee, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e Regioni hanno trovato l’intesa su una versione del testo che è incompatibile con l’obiettivo di installare 80 gigawatt aggiuntivi al 2030 indicato dallo stesso decreto. I nodi che dovevano essere sciolti si sono stretti: ai regolamenti già severi delle soprintendenze si è aggiunta la facoltà delle Regioni di impedire ogni impianto fino a 7 chilometri da ogni bene tutelato, parliamo magari di un piccolo torrente o di una cappella di campagna. In pratica resta disponibile meno del 4% del territorio, a prezzi di affitto del terreno che salgono in proporzione alla scarsità del bene.
Se dovessimo procedere per analogia rispetto a quello che è successo finora, diventerebbero aree di ulteriore frenata. Ma io, anche in questa situazione di grave difficoltà, voglio mantenere aperta la porta all’ottimismo. Durante la crisi energetica in un solo anno, il 2022, le rinnovabili hanno fatto risparmiare all’Italia oltre 25 miliardi di euro. Continuo a sperare che il Governo voglia attivarsi per evitare i rischi legati a possibili shock energetici e aiutare la discesa dei prezzi dell’energia che al momento penalizzano anche il settore manifatturiero".
L'articolo su Huffington Post