“Accogliamo con favore la trasmissione del Decreto Ministeriale aree idonee alla valutazione della Conferenza Unificata, il Mase - ha commentato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura - ha colmato un ritardo che si era accumulato da oltre un anno e mezzo, sbloccando il primo step di un tassello fondamentale per far ripartire la transizione energetica. Si tratta di un punto di partenza infatti, non del traguardo.
E’ positivo che il Decreto indichi un obiettivo nazionale di potenza aggiuntiva di 80 GW di energie rinnovabili al 2030. E’ un target sostanzialmente in linea con il Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura e con il REPowerEU.
Emergono però criticità, tra cui i criteri del fotovoltaico, dell’agrivoltaico e dell’eolico nelle aree idonee.
Infatti, la bozza di Decreto indica criteri troppo stringenti per gli impianti fotovoltaici standard a terra sui terreni agricoli, prevedendo un utilizzo massimo del suolo agricolo non superiore al 10%.
Ci sono aspetti critici anche per l’agrivoltaico. Secondo il Decreto, la percentuale minima di terreno da destinare alla coltivazione agricola non dovrebbe essere inferiore all’80%, mentre le Linee Guida del MASE del 2022 prevedono una percentuale minima del 70%.
Servono miglioramenti anche per l’eolico. Per classificare un’area come idonea agli impianti eolici, il Decreto prevede che debba esserci una ventosità tale da garantire una producibilità maggiore di 2.250 ore annue. E’ un criterio troppo stringente, questa soglia andrebbe abbassata.
Un altro punto critico è la distanza minima di 3 km tra i beni sottoposti a tutela e gli impianti eolici. Questo criterio, attualmente presente nel Decreto, renderebbe impossibile realizzare gli impianti in molte aree.
L’Italia è in forte ritardo rispetto all’obiettivo nazionale, e anche rispetto agli altri Paesi europei. Quindi, da una parte è necessario apportare questi miglioramenti al Decreto, dall’altra sta alle Regioni giocare d’anticipo, muovendosi sin da subito per raggiungere il target 80 GW rinnovabili e non per ostacolarlo. E’ un target fattibile e coerente con le priorità del nostro Paese, e auspichiamo che le Regioni, i Comuni e gli Enti territoriali colgano questa occasione per un deciso cambio di passo.”
L'articolo di Fausta Chiesa pubblicato sul Corriere della Sera