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News / News / 08-06-2024

Decreto Aree Idonee: così è impossibile raggiungere target 2030

Le dichiarazioni di Agostino Re Rebaudengo sul Sole 24 Ore

“Dopo oltre due anni di attesa, di confronti e proposte per risolvere il nodo delle aree idonee, MASE e Regioni trovano l’intesa su una versione del decreto che è incompatibile con l’obiettivo di installare 80 GW in meno di 7 anni indicato dallo stesso decreto", ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, nell'articolo di Laura Serafini pubblicato su Il Sole 24 Ore.

"Un provvedimento che doveva accelerare la realizzazione degli impianti in tutte le aree idonee, e lo avrebbe potuto fare dichiarando idonee tutte le aree che non avevano vincoli alla data di giugno 2022 (data in cui doveva essere pubblicato il decreto), al contrario amplia le restrizioni perché oltre i regolamenti già severi delle soprintendenze aggiunge anche la facoltà delle Regioni di aumentare fino a 7 Km la distanza da un bene tutelato.

Il che può, di fatto, essendo numerosi i beni tutelati, rendere la maggior parte del territorio completamente inaccessibile per lo sviluppo delle rinnovabili.

Il non aver esplicitato che gli iter avviati siano fatti salvi certamente creerà inutili contenziosi, e ulteriori ritardi. È segnale grave, apre un vuoto che rischia di essere colmato dalle interpretazioni delle Regioni, come dimostra l’accelerazione nell’adozione della moratoria in Sardegna, anziché il suo abbandono.

Speriamo che la versione finale del decreto non ci sia la possibilità per le Regioni di non considerare idonee le aree che già adesso, per legge, lo sono.

Preoccupa, non poco, che il testo concordato tra il MASE e le Regioni sia orientato in direzione opposta alle priorità del Paese, tra cui realizzare il prima possibile gli 80 GW e farlo sviluppando le tecnologie che hanno i costi più bassi.

A queste condizioni non è possibile farlo.

Questo decreto, insieme al DL Agricoltura, genererà un aumento dei costi dei terreni e del permitting, che in Italia sono già i più alti d’Europa”.

L'articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore sabato 8 giugno 2024

 

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