Agostino Re Rebaudengo condivide sull'Huffington Post la lettera al Governo di Elettricità Futura e Utilitalia sul caro bollette.
Le due Associazioni si sono rivolte al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro dell’Economia Daniele Franco, al Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e per conoscenza al Presidente dell’Arera Stefano Besseghini mostrando come il meccanismo dei contratti energetici stabilizzi i profitti degli operatori delle rinnovabili e suggerendo alcune mosse per un rapido riequilibrio della bilancia energetica.
La larghissima parte dell’energia prodotta è prevenduta con contratti di lungo periodo. E quindi le oscillazioni di breve periodo non modificano gli incassi. Un po’ come il gestore di un mercato immobiliare basato principalmente sulla formula degli affitti a quattro anni non beneficia dei picchi di richieste di Bed & Breakfasts a ferragosto.
Inoltre, si aggiunge nella lettera, “in Italia la maggior parte degli schemi incentivanti dell’energia rinnovabile prevede un sostegno inversamente proporzionale al valore dell’energia, escludendo del tutto la possibilità di generare extra profitti in capo all’operatore. Un analogo approccio metodologico andrebbe auspicabilmente sviluppato anche rispetto al settore del gas, in cui la stragrande maggioranza degli extra profitti si concentra nella parte upstream (produttori di gas, praticamente tutti all’estero) e non lungo la filiera nazionale”.
Resta però l’allarme sugli effetti che la crisi dei prezzi energetici può produrre sull’insieme dell’economia. Come fronteggiarlo? “Nel breve trasferendo una parte degli oneri di sistema in fiscalità generale. Nel medio periodo, raggiungendo gli obiettivi indicati dall’Unione europea e dal governo italiano”, risponde Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura.
“Il lungo blocco dei nuovi impianti rinnovabili ha creato una situazione di stallo: con le rinnovabili ferme al 38% dei consumi elettrici, l’Italia pagherà nel 2021 una bolletta elettrica di 75 miliardi di euro. Se avessimo già raggiunto il mix elettrico previsto per il 2030, cioè almeno il 70% di rinnovabili, scenderemmo a 45 miliardi e taglieremmo quasi la metà delle nostre bollette elettriche, grazie anche alle minori importazioni di combustibili fossili e alle minori emissioni di CO2. Inoltre in un quadro di forte instabilità geopolitica la sicurezza cresce se si produce l’energia in casa”.
Leggi l'articolo di Antonio Cianciullo.