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News / News / 05-04-2017

Grazie alle rinnovabili ridotta del 10% la CO2 in Europa

 

Il rapporto “Reneweable energy in Europe 2017: recent growth and knock-on effects” dell’EEA, l’Agenzia europea dell’ambiente, ha confermato che il costante aumento delle rinnovabili nel consumo di energia finale in Europa sta riducendo la necessità di emettere CO2. Il contributo delle rinnovabili nella transizione energetica è infatti fondamentale per i target europei fissati in seguito all’Accordo di Parigi.

Per l’ottavo anno consecutivo, le rinnovabili hanno rappresentato il maggiore investimento per nuova capacità di produzione di energia elettrica in Europa, con una quota del 77% nel 2015. La quota di FER nei consumi finali è cresciuta dal 15% del 2013 al 16% del 2014, registrando il 16,4% a fine 2015. In Europa questo trend non è distribuito in modo omogeneo ma raggiunge il 30% in Paesi come la Finlandia, la Lettonia e la Svezia, il 17% in Italia e il 5% nel Lussemburgo o a Malta.

 

 

Il report stima che l’aumento dei consumi di energia rinnovabile al 2015 rispetto a quelli del 2005, abbia permesso all’Europa di ridurre le emissioni di CO2 di 436 Mt (il 10% del totale delle emissioni di gas a effetto serra dell’Europa), la domanda di combustibili fossili di 130 Mtep (circa l’11% del consumo totale di combustibili fossili) e i consumi di energia primaria del 2%.

In assoluto il riscaldamento e la climatizzazione sono i settori di maggior impiego delle rinnovabili (con una quota di mercato del 18%). Invece, solo il 6% delle rinnovabili nel 2014 è utilizzato nei trasporti, settore fortemente influenzato dal biofuel, che rappresenta il 90% delle FER del comparto. Un maggior utilizzo di rinnovabili nel settore dei trasporti, ridurrebbe la pressione sui biocarburanti e contribuirebbe al raggiungimento all’obiettivo al 2020 del 10% dei trasporti da FER.


Per mantenere gli accordi presi dalla COP21, la crescita media delle rinnovabili deve essere pari al 6 %. Dal 2005 al 2014 la quota annuale di riscaldamento e climatizzazione da rinnovabili, dovrebbe essere pari al 4% per raggiungere il target europeo, ad ora si aggira al 3%.

Il combustibile fossile che ha subito la maggiore riduzione in Europa è il carbone che costituisce lui solo la metà di tutti i combustibili fossili non utilizzati, seguito dal gas naturale (28% di tutti i combustibili dismessi). La riduzione di combustibili fossili è stata poco evidente a causa dello scarso utilizzo delle FER nella mobilità, mentre è diventata importante nei consumi domestici, soprattutto in Germania, Italia, Regno Unito.

A conclusione del rapporto si evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi, in vista degli obiettivi del 2050 e di monitorare il miglioramento delle capacità di innovazione dell’Europa.

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