Condividiamo l'intervista di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, rilasciata ad Antonio Cianciullo e pubblicata sull'Huffington Post.
Il prezzo dell’elettricità è insostenibile già oggi e la prospettiva di un taglio delle importazioni dalla Russia rischia di peggiorare il quadro: su questo sono tutti d’accordo.
Ma conviene diversificare gli approvvigionamenti o diversificare le fonti? Trovare altri fornitori di gas o far crescere le rinnovabili? Gran parte delle attività del governo è mirata, soprattutto nel breve periodo, alla diversificazione degli approvvigionamenti. Elettricità Futura, l’associazione di Confindustria che rappresenta il 70% del mercato elettrico italiano, ha un punto di vista diverso.
“E’ profondamente ingiusto che famiglie e imprese italiane continuino a impoverirsi pagando l’elettricità 246 euro a megawattora, il prezzo all’ingrosso dell’aprile scorso, quando le rinnovabili offrono elettricità a un prezzo che è molto meno della metà rispetto al gas”, osserva Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura.
“Inoltre, smettere di comprare il gas dalla Russia per aumentare le importazioni dall’Algeria e negoziare con Paesi come il Mali, il Congo o l’Angola mi auguro possa essere un’alternativa valida. Certamente valida come alternativa è fare molte più rinnovabili e noi avremmo immaginato che la priorità venisse data a questa soluzione”.
Il problema, in Italia, sono i tempi. I rifornimenti di gas da Paesi diversi dalla Russia possono essere aumentati (anche se in maniera non sufficiente a compensare il gas russo) in tempi brevi. Mentre gli impianti per le rinnovabili procedono a ritmi lentissimi, circa 8 volte inferiori a quelli necessari a raggiungere gli obiettivi a cui ci siamo impegnati in sede europea. Perché?
“Perché il nostro sistema autorizzativo è talmente frammentato da risultare paralizzante”, continua Re Rebaudengo. “Sono stati nominati commissari per i rigassificatori e per i rifiuti di Roma. C’è bisogno di nominare un commissario anche per le rinnovabili, un’azione coerente con lo stato di emergenza energetica e con quanto lo stesso governo afferma definendo gli impianti rinnovabili ‘opere di pubblica utilità’”.
L'articolo completo di Antonio Cianciullo.