Su La Repubblica l'articolo di Luca Fraioli approfondisce la proposta di Elettricità Futura per risolvere la grave emergenza energetica.
"Sganciamoci dal gas russo accelerando sulle rinnovabili". Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani lo ha detto esplicitamente l'altroieri a Bruxelles. Sui tempi direi che da un anno in poi si cominceranno ad avere risultati" e i ministri Ue "sono tutti d'accordo che dobbiamo accelerare sulle rinnovabili, anche con semplificazioni burocratiche forti", ha spiegato Cingolani.
La lunga tradizione "fossile" della nostra politica estera è difficile da dismettere in poche settimane, come dimostra la sortita algerina di Di Maio. Eppure ci sono segnali che vanno in direzione opposta.
Il più forte è arrivato venerdì scorso, 25 febbraio, quando Elettricità Futura, il ramo di Confindustria che rappresenta le imprese elettriche italiane ha indetto a sorpresa una conferenza stampa.
Al tavolo Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia, Paolo Luigi Merli, amministratore delegato di Erg e Giuseppe Argirò, amministratore delegato di Cva, insomma il gota delle aziende elettriche nazionali che ha rivolto un appello alla politica:
"Chiediamo al governo e alle Regioni di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, pari a solo un terzo delle domande di allaccio già presentate a Terna", ha detto Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura.
"60 GW di nuovi impianti rinnovabili faranno risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato. O, in altri termini, oltre 7 volte rispetto a quanto il governo stima di ottenere con l'aumento dell'estrazione di gas nazionale".
Le imprese elettriche si dicono anche pronte a contribuire "alla sicurezza energetica dell'Italia investendo 85 miliardi di euro e creando 80.000 nuovi posti di lavoro".
La sortita di Elettricità Futura, ribadita ieri da un intervento sul Corriere della Sera dell'amministratore delegato di Enel Francesco Starace, ha colto di sorpresa il governo e persino le associazioni ambientaliste.
"Sono andati oltre le nostre più rosee previsioni", ammette Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. "E certamente oltre gli obiettivi del Mite, che tra mille difficoltà, punta a installare 8 GW di rinnovabili l'anno per dieci anni. Le aziende elettriche ci dicono invece che, se si dà loro il via libera, sono pronte a metterne a terra 60 GW in tre anni. Mancano solo le autorizzazioni".
L'articolo di Luca Fraioli.