Condividiamo l'articolo di Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, sulle ragioni che motivano una decisa accelerazione della transizione energetica in Italia e la rimozione degli ostacoli che ancora, inspiegabilmente, permangono nel nostro Paese alla diffusione degli impianti rinnovabili.
“La transizione energetica è un’opportunità che l’Italia deve cogliere, ampliamo la capacità di produrre energia rinnovabile. Dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato – come la produzione di batterie” ha detto Mario Draghi.
Ho da sempre condiviso questi concetti espressi dal Premier, è inequivocabile che l’Italia guadagnerebbe importanti vantaggi competitivi guidando il cambiamento, stando al passo dell’innovazione tecnologica e promuovendo uno sviluppo industriale coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione.
Le ragioni per accelerare la transizione energetica a livello globale sono sostanzialmente due, la crescente competitività delle energie rinnovabili e la gravità dell’emergenza climatica.
Nel caso dell’Italia vi è anche un terzo motivo, il forte ritardo accumulato nel percorso di decarbonizzazione.
Il Glasgow Climate Pact firmato a COP26 ha messo nero su bianco il tramonto del carbone, scrivendo una pagina di storia. E’ indubbio che servono ambizioni climatiche maggiori, ma i segnali sono chiari: al di là degli impegni sottoscritti, il passaggio alle rinnovabili dovrebbe essere inarrestabile.
A darne prova è la direzione dei mercati e della finanza, con gli investimenti energetici che seguono la competitività delle tecnologie. Tra tutte le fonti, le rinnovabili sono le più competitive.
Oggi, in Italia, è possibile fare PPA (contratti a lungo termine per l’acquisto di energia verde) con un prezzo fisso per 20 anni inferiore a 68 €/MWh, come dimostra il prezzo assegnato dalle aste del DM FER1 per eolico e fotovoltaico, meno di un quarto rispetto al prezzo spot di novembre (preconsuntivo) di circa 270 €/MWh!
La transizione alle rinnovabili è necessaria anche per guadagnare competitività e porsi al riparo dalla crescita dei prezzi del gas e del petrolio.
Secondo la IEA, a livello globale il 50% di tutti gli asset fossili potrebbero perdere valore entro il 2036 perché sostituiti da asset rinnovabili. Si può quindi ragionevolmente presumere che, nonostante le dichiarazioni, la Cina – che ha fissato la neutralità carbonica nel 2060 – e l’India – che ha il target zero emissioni nette al 2070 – potrebbero accelerare la decarbonizzazione per non causare una perdita di competitività alle loro economie.
Anticipare gli obiettivi di decarbonizzazione è una scelta vincente per cogliere le opportunità del nuovo capitolo della storia dell’energia, l’era dell’elettrificazione.
Possiamo stimare il fabbisogno elettrico italiano al 2030 tra i 340-350 TWh, con una crescita del +10% rispetto ai consumi di oggi (corretti dall’effetto Covid).
Il forte cambiamento non sarà quindi nella crescita dei consumi (la maggiore elettrificazione dei consumi sarà infatti in parte compensata dalla maggiore efficienza), ma nella composizione molto più green del mix elettrico. Al 2030, in base al target europeo, in Italia la quota di rinnovabili mix di generazione elettrica dovrà arrivare al 72%.
Nel 2019, in Italia, abbiamo prodotto dal gas circa 180 TWh. Il target al 2030 prevede di far scendere la produzione di energia elettrica da gas a 80 TWh.
Questi 100 TWh di differenza dovranno essere soddisfatti da una compiuta conversione alle rinnovabili, ovvero dall’avvenuta realizzazione di nuovi impianti per circa 70 GW.
Il nostro Paese è un importatore netto di energia, esposto alle tensioni geopolitiche e ai loro impatti sui prezzi dell’energia fossile.
Il costo dell’energia elettrica sale perché negli scorsi 6 mesi è aumentato di oltre quattro volte il prezzo del gas, che ha superato i 90 €/MWh, con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei.
Con l’attuale mix di generazione – che in Italia vede le rinnovabili a quota 40% sul totale di generazione elettrica – la bolletta elettrica sarà di circa 75 miliardi di euro nel 2021, un aumento del +70 % rispetto al 2019, pre-COVID, pari a 44 miliardi di euro.
Se oggi avessimo già raggiunto il mix di generazione elettrica previsto dal target Green Deal al 2030 – ovvero il 72% di rinnovabili nel mix elettrico – la bolletta avrebbe un costo di 45 miliardi di euro. E l’Italia risparmierebbe 31 miliardi di euro ogni anno!
Continua a leggere l'articolo su www.rerebaudengo.it