Il PNRR deve innescare la partenza del Green Deal che se implementato mobiliterà nel solo settore elettrico italiano al 2030 100 miliardi di euro di investimenti e oltre 90.000 nuovi occupati.
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) l’Italia ha pianificato investimenti per 210 miliardi dal Next Generation EU, di cui 196,5 miliardi dal Recovery and Resiliency Facility (RRF), 13,5 dal REACT-EU e 1 dagli altri strumenti finanziari, tra cui il Just Transition Fund. 70 miliardi sono destinati alla transizione energetica.
Rispetto all'attuale versione del PNRR bisognerà puntare maggiormente l'attenzione sulla transizione energetica. Il PNRR fa infatti riferimento al PNIEC 2019, che non è coerente con l’attuale obiettivo del Green Deal al 2030 (- 55% di emissioni di CO2 rispetto al - 40% del PNIEC 2019).
Sarà inoltre necessario destinare almeno il 37% (e non il 33% come nell’attuale ipotesi di PNRR) del Next Generation EU per realizzare il Green Deal in Italia, così come annunciato da Ursula Von der Leyen. Mancano inoltre obiettivi coerenti e concreti per raggiungere il Green Deal per lo sviluppo di una nuova capacità da fonti rinnovabili. La bozza del PNRR prevede non più di ulteriori 5 GW entro il 2026 mentre Elettricità Futura ha stimato un fabbisogno di almeno 8 volte superiore entro il 2026 (cioè 40 GW) e di altri 25 GW nel periodo 2027-2030 per raggiungere al 2030 i 120 GW complessivi (target Green Deal).
Durante l'audizione, il Presidente Re Rebaudengo ha illustrato le proposte per realizzare il Green Deal nel nostro Paese e per non perdere l'opportunità del Next Generation EU:
- Il Governo dovrebbe aggiornare il PNIEC 2019 in linea con il Green Deal e rendere la Pubblica Amministrazione digitalizzata, sburocratizzata e adeguata alla sfida della transizione energetica affinchè gli iter autorizzativi permettano la realizzazione dei nuovi impianti e il rinnovamento degli esistenti in tempi mai superiori ai 2 anni (RED II).
- Le Regioni dovrebbero definire target in linea con il PNIEC aggiornato (burden sharing e aree idonee) e far sì che gli enti e i funzionari delegati al permitting siano maggiormente formati e responsabilizzati per il raggiungimento dei target.
- Il MiSE dovrebbe prevedere una programmazione di medio periodo dei meccanismi per il sostegno allo sviluppo delle FER (aste, PPA).
- Il MiBACT dovrebbe essere più ingaggiato nella transizione energetica, adottando criteri d’impatto paesaggistico coerenti con i target regionali.
- Il MATTM dovrebbe prevedere valutazioni di impatto ambientale commisurate all’entità degli interventi.
Gli atti presentati in audizione sono disponibili al seguente link