È stato presentato in occasione del Forum Ambrosetti svoltosi lo scorso 6, 7 e 8 settembre a Cernobbio lo studio “Just E-volution 2030” realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Enel e Fondazione Centro Studi Enel, volto a ideare un nuovo modello econometrico per misurare gli impatti socio-economici della transizione energetica in un’ottica “just for all”.
Uno studio che suggerisce già dal titolo quanto sia importante programmare una just transitionin cui si tenga conto degli impatti attesi dal passaggio a sistemi energetici ed economici basati su fonti rinnovabili. Di seguito i sette motivi individuati dal report per cui il vettore elettrico riveste un ruolo cruciale nella transizione energetica, favorendo al contempo il perseguimento degli obiettivi di policy europei e nazionali:
- Permette di ridurre le emissioni di CO2 quando l’elettricità viene generata da un mix energetico che integra una quota rilevante di rinnovabili, e di diminuire le emissioni inquinanti migliorando la qualità dell’aria, soprattutto nelle aree urbane.
- Riduce l’inquinamento acustico, limitando il fastidio, lo stress e i disturbi del sonno con i conseguenti rischi di ipertensione e malattie cardiovascolari, migliorando quindi la qualità della vita in particolare nelle aree urbane.
- Offre diverse possibilità di migliorare la resilienza e la sicurezza di approvvigionamento del sistema energetico grazie alla sua versatilità, flessibilità e all’integrazione delle fonti rinnovabili.
- Offre livelli superiori di efficienza energetica, riducendo la domanda di energia e le emissioni di gas a effetto serra; rispetto alle tecnologie termiche tradizionali, le tecnologie elettriche presentano prestazioni migliori in termini di efficienza energetica.
- Può essere facilmente integrato alla digitalizzazione, agevolando una gestione più efficace e una maggiore efficienza del sistema energetico.
- Rappresenta uno stimolo verso l’innovazione e la sostenibilità negli stili di vita e nei processi industriali.
- Può rivestire un ruolo importante favorendo e supportando l’Economia Circolare, grazie alle innovazioni nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nell’accumulo dell’energia e ai cambiamenti strutturali del sistema (passaggio da un sistema elettrico centralizzato a uno decentralizzato).
Al 2030, l’effetto netto della transizione energetica sulle catene del valore esistenti sarà progressivamente positivo nell’Unione Europea, in Italia, Spagna e Romania (i tre Paesi presi in esame dal report). Al 2030 in tutte le economie in esame il valore della produzione delle tecnologie elettriche vedrà un aumento rispetto al 2017 pari a 118 miliardi di euro per Unione Europea nello Scenario Reference dell’UE e a 199 miliardi di euro nello Scenario Eurelectric. Per il nostro Paese l’aumento raggiungerà nello stesso periodo di riferimento gli 11 miliardi di euro nello Scenario Reference dell’UE e i 25 miliardi di euro nello Scenario Eurelectric.
Si stima inoltre che il valore della produzione delle tecnologie neutrali nel 2030 incoraggerà una crescita che può variare tra i 207 miliardi di euro e i 330 miliardi di euro nell’Unione Europea, tra i 25 miliardi e i 48 miliardi in Italia. La crescita del valore economico del settore elettrico nei diversi scenari esaminati produrrà inoltre un aumento netto della produzione industriale stimabile tra 113 e 145 miliardi di euro per l’Unione Europea, di cui 14-23 miliardi in Italia. Gli effetti netti sull’occupazione presentano un aumento per l’Unione Europea tra 997.000 e 1,4 milioni di posti di lavoro al 2030 e per Italia tra gli oltre 98.000 e i 173.000 posti di lavoro.
Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata allo Studio all'interno del portale The European House Ambrosetti