La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che ha subito un rallentamento nel corso degli ultimi tre anni, è destinata a crescere con ritmi rilevanti da qui al 2030 e ancora di più in proiezione al 2050. È quanto prevede RSE–Ricerca Sistema Energetico, centro di ricerca pubblico del gruppo Gse. “Dopo il picco di produzione toccato nel 2014 – spiega Michele Benini, ricercatore del dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici – pari a 120,7 TWh, si è scesi al dato 2016 di 108 TWh. Una diminuzione dovuta essenzialmente alla contrazione della produzione da idroelettrico, che ha sofferto per il ripetersi di lunghi periodi di siccità, passata da 58.545 GWh nel 2014 a 42.432 GWh nel 2016. Le altre fonti rinnovabili, non idroelettriche, nel loro complesso hanno mostrato un trend costantemente crescente con geotermico, eolico e bioenergie a eccezione del fotovoltaico, in leggero calo fra il 2015 e il 2016 con un dato di produzione passato da 22.942 GWh a 22.104 GWh. Va detto che il trend di crescita ha comunque rallentato a causa della revisione dei meccanismi incentivanti”.
Sul fronte della domanda di energia, che restava nel 2016 sotto i livelli del 2003, si assiste a una ripresa: “I dati decalendarizzati dei primi 9 mesi del 2017, pubblicati da Terna – prosegue Michele Benini – riportano un aumento del 2,2% della domanda di energia che va in parallelo con la crescita del PIL, stimata attorno all'1,5%. In prospettiva, come previsto nell'analisi di scenario contenuta nella Strategia Elettrica Nazionale (Sen) elaborata da Rse, la stima di produzione da rinnovabili al 2030 prevede una quota sui consumi finali elettrici del 55%, con una proiezione vicina al 90% nel 2050”.
Fonte: RSE