I veicoli diesel emettono il 50 per cento di inquinanti in più rispetto ai livelli dichiarati in laboratorio. Secondo la ricerca condotta dall’ Università di York e dall’ International Council on Clean Transportation, l’ossido di azoto è l’inquinante che ha provocato questo surplus, a causa dell’errata calibrazione dei motori, di una manutenzione inadeguata, delle manomissioni del veicolo o di mancati controlli. La ricerca ha rivelato infatti che i veicoli diesel hanno emesso 13.2 milioni di tonnellate di ossidi di azoto, 4,6 milioni di tonnellate in più rispetto agli standard dichiarati durante i test in laboratorio (8.6 milioni di tonnellate).
Lo studio è stato svolto negli 11 mercati che rappresentano approssimatamente l’80 per cento del mercato diesel mondiale. Secondo John Miller, ricercato dell’ICCT, “L’Unione Europea è responsabile del 70 per cento delle emissioni di ossido di azoto in eccesso dei veicoli diesel”. Ed è proprio l’ossido di azoto, l’elemento chiave per mitigare l’inquinamento atmosferico. L’esposizione a lungo termine di questo inquinante, porta a una serie di complicazioni per la salute dell’uomo, come la disabilità, la riduzione delle aspettative di vita a causa di ictus, malattie cardiache e polmonari croniche e cancro ai polmoni.
Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Nature, i 4,6 milioni di tonnellate di emissioni in più sarebbero responsabili delle 38.000 morti premature registrate nel 2015. I governi stanno già pianificando delle politiche di incentivazioni in modo da rottamare i vecchi modelli diesel, oltre naturalmente a implementare gli standard Euro IV anche per i veicoli pesanti.