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News / News / 08-08-2024

Sole 24 Ore, Elettricità Futura: ricorso UE sulla moratoria sarda

Nell'articolo di Laura Serafini Agostino Re Rebaudengo commenta anche il nuovo Decreto che non semplifica

Condividiamo l'intervista di Laura Serafini ad Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, pubblicata sul Sole 24 Ore.

«Arriviamo alla pausa estiva con un vero effetto morsa sulle rinnovabili in cui un decreto legge, un decreto ministeriale e un decreto legislativo vanno tutti nella direzione opposta a quella di favorirne lo sviluppo per poter raggiungere gli obiettivi al 2030, che sono peraltro contenuti nel decreto Aree Idonee. Tre decreti, ognuno con caratteristiche diverse, in cui nemmeno quello sulle Aree idonee, per come è impostato,  permette il raggiungimento dei target. Gli altri due decreti quegli obiettivi addirittura li ostacolano».

Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura,  sintetizza l’effetto degli ultimi provvedimenti nel settore delle rinnovabili varati dal governo. «Il decreto legislativo sui regimi amministrativi, il quale è  l’attuazione di una delega che l’esecutivo aveva ricevuto dal parlamento due anni fa, non semplifica affatto – afferma -.Anziché fare un testo unico, avendo anche la possibilità di modificare le norme, ha l’effetto contrario. Reintroduce, anche là dove non c’era, la necessità, nel caso di impianti preesistenti e quindi di rifacimenti, di chiedere pareri e l’autorizzazione alle soprintendenze. Riteniamo che questo sia in grande contrasto con lo spirito della legge delega, che derivava dalla direttiva Red2, il quale invece richiedeva un testo unico che armonizzasse le norme e prevedesse vere semplificazioni».

Il settore si aspettava, in verità, che il dlgs  fosse lo strumento attraverso il quale superare gli ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili. «Non bastano comunque le semplificazioni, ma è necessario che gli uffici preposti portino avanti il lavoro – spiega Re Rebaudengo - Mi riferisco al caso della commissione Pnrr/Pniec che rilascia le autorizzazione per la Via e che non funziona». La commissione è sovrastata da migliaia di richieste di autorizzazione, non riesce a smaltire il lavoro, così le imprese ricorrono al Tar e chiedono almeno la restituzione delle significative somme versate per accedere al procedimento. «Ci aspettavamo che nel decreto legislativo fossero previsti provvedimenti immediati per migliorare il funzionamento della Commissione, ma non c’è nulla di tutto questo».

Il presidente di Elettricità Futura accoglie invece con soddisfazione la decisione del governo di impugnare la moratoria di 18 mesi sulle rinnovabili varata dalla Sardegna. «Accogliamo con favore la notizia che il governo ha impugnato la legge regionale della Sardegna. Avevamo scritto una lettera, lo scorso 10 luglio, al governo invitandolo a impugnare la moratoria sarda», racconta e annuncia una nuova iniziativa. «Oggi abbiamo mandato alla Commissione europea un esposto segnalando la grave anomalia della regione sarda. Pensiamo che sia indispensabile che l’operato della regione Sardegna sia posto all’attenzione dalla Commissione. Abbiamo dato mandato, per questo, a uno studio legale. E’ incredibile – afferma - che la moratoria sia stata decisa da una regione che produce l’energia elettrica che consuma per oltre il 70% da fonte fossile, e che dovrebbe, secondo gli obiettivi del decreto Aree idonee,  sviluppare 6 gigawatt nei prossimi 6 anni, mentre negli ultimi 6 anni ne ha più o meno sviluppato 1».

Tornando al dlgs varato ieri, va detto che il decreto deve seguire l’iter parlamentare per diventare legge; insomma un po’ di tempo c’è. «Si può ancora sperare in qualche miglioramento del decreto – chiosa il presidente -. Il fatto è che nei prossimi mesi, fino all’approvazione da parte del Parlamento, questo provvedimento farà sì che nessun ente darà il via libera ad un rifacimento, perché nelle more dell’approvazione del decreto nessuno si prenderà la responsabilità. Alla fine il dlgs avrà l’effetto di una moratoria». Il decreto legge Agricoltura ha limitato l’istallazione di impianti fotovoltaici nei terreni agricoli, salvando solo gli impianti che hanno avvitato l’iter autorizzativo. Il decreto Aree idonee ha stretto il varco, lasciando discrezionalità alle regioni per rimettere in discussione anche questo. Poi è arrivato il decreto legislativo. «Guardi, non è un caso che il Politecnico di Milano abbia pubblicato uno studio nel quale si prevede che, con le norme attuali, nel 2025 e nel 2026 non si faranno più di 2 gigawatt all’anno». Contro i 12 gigawatt all’anno necessari per raggiungere i target al 2030.

L'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, 8 agosto 2024

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