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News / News / 03-07-2024

Un primo commento sul PNIEC 2024 appena inviato alla Commissione europea

Le dichiarazioni di Agostino Re Rebaudengo nell'articolo di Giorgio Kaldor

“Stiamo approfondendo i contenuti del PNIEC appena inviato dal MASE alla Commissione europea" spiega Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura, nell'articolo di Giorgio Kaldor pubblicato su Renewable Matter. "In un commento a caldo direi che non ci sembra un Piano sufficientemente sfidante sia rispetto ai target al 2030 europei.

Elettricità Futura aveva proposto al MASE di rendere il PNIEC 2024 coerente con le potenzialità di decarbonizzazione dell’industria elettrica nazionale, ad esempio innalzando il target 2030 di riduzione delle emissioni di CO2eq per il settore elettrico italiano che era stato indicato nella precedente versione del Piano, il PNIEC 2023. Stupisce che, al contrario, sia stato abbassato.

Avevamo anche chiesto di aumentare il target di rinnovabili nei consumi elettrici, in coerenza con il Piano elettrico 2030 che restituisce la visione degli operatori del settore che Elettricità Futura rappresenta. Al contrario, anche questo obiettivo è stato rivisto al ribasso.
Non lascia ben sperare l’ulteriore complessità del quadro normativo che si è aggiunta con l'introduzione del Decreto Aree Idonee. È un provvedimento che avrebbe dovuto accelerare l'installazione delle rinnovabili e che invece, nella realtà, sta complicando la possibilità di fare gli impianti e aggiungendo extra costi che avranno un effetto domino, facendo aumentare il costo dell’energia elettrica prodotta.

Peraltro, non riscontriamo unità tra il target di nuova potenza rinnovabile da installare al 2030 indicato nel DM Aree Idonee, ovvero + 80 GW, e il target indicato nel PNIEC, +73 GW.

Infine, pur essendo favorevoli allo sviluppo dell'innovazione tecnologica e alla ricerca di nuove soluzioni energetiche, appare eccessiva l’enfasi riposta sugli aspetti del nucleare, un tema su cui il Paese è chiamato con urgenza a risolvere la questione del deposito nazionale delle scorie, anche considerando che nel 2025 rientreranno dalla Francia in Italia le scorie che avremmo dovuto stoccare in quel deposito che ancora non esiste.

Sarebbe opportuno concentrarci ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie già disponibili e competitive, e il PNIEC 2024 dovrebbe dare un segnale forte alle imprese che sono pronte a investire in Italia”.

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