Elettricità Futura e Federazione ANIE, le due Associazioni aderenti a Confindustria che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica, hanno inviato una lettera al Ministro per gli Affari Regionali e Autonomie, Roberto Calderoli, e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per sottoporre alla loro attenzione le disposizioni adottate dalla Regione Sardegna con Legge Regionale n. 20 del 5 dicembre 2024, recante “Misure urgenti per l'individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all'installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile (FER) e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”, che introduce un divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili nelle aree individuate come non idonee, ossia nella sostanza su quasi tutto il territorio sardo.
La nuova Legge Regionale n. 20/2024 abroga la Legge Regionale n. 5 del 3 luglio 2024 (cd. "moratoria sarda"), che aveva introdotto un divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili nel territorio della Sardegna per un periodo non superiore a diciotto mesi e che, come puntualmente invocato dalle scriventi Associazioni, era stata oggetto di impugnazione da parte del Governo innanzi alla Corte Costituzionale.
L’udienza relativa al giudizio di incostituzionalità, prevista per l’11 dicembre scorso, poi slittata al 14 gennaio 2025, è stata però preceduta dall’adozione da parte della Regione Sardegna della citata nuova legge sulle aree idonee e non idonee n. 20/2024, che, pur abrogando la legge precedente, ne ha riproposto in sostanza gli effetti, rendendo non idonea, con divieto di installazione, la quasi totalità del territorio sardo.
La normativa regionale continua, pertanto, a ricalcare forti profili di illegittimità, già in precedenza evidenziati. Le Associazioni chiedono quindi al Governo di intervenire, ancora una volta, affinché anche le nuove disposizioni normative, confliggenti con le norme e i principi fondamentali dell'ordinamento nazionale ed eurounitario, vengano dichiarate illegittime.