Elettricità Futura, Assitol e Assocarta hanno trasmesso al MiTE, al Mipaaf e al MiSE una lettera congiunta a firma di alcune aziende associate in merito all’utilizzo dei combustili da filiera nazionale per far fronte alla dipendenza del Paese dalle importazioni di gas naturale.
Le imprese italiane che coprono il loro fabbisogno di energia, ad oggi, possono contare su un parco impianti, funzionanti con bioliquidi rinnovabili di produzione nazionale, di oltre 200 MW. Sotto la tutela e il monitoraggio di filiera svolti dal Ministero delle politiche agricole, queste fonti costituirebbero una risorsa totalmente endogena e rinnovabile.
Dal momento che il costo di questi sottoprodotti di origine nazionale garantisce un maggiore valore in termini di sicurezza di approvvigionamento e indipendenza dell’Italia, per Elettricità Futura, Assitol e Assocarta, è necessario e fondamentale un cambio radicale di approccio, riconoscendone la loro funzione strategica nell’applicazione dell’Economia Circolare. Viceversa, si rischia di perdere un’opportunità di impiego di una fonte rinnovabile, utilizzata efficacemente in particolar modo a sostegno della produzione industriale.
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COMBUSTIBILI DA FILIERA NAZIONALE COME ALTERNATIVA ALLA DIPENDENZA DA GAS NATURALE: PIÙ DI 200 MW SONO PRONTI A FARE LA LORO PARTE DA OGGI FINO AL 2030.
La guerra in Ucraina, dopo due anni di pandemia, rappresenta una sfida decisiva per la resilienza del sistema economico europeo e nazionale. La ricerca di alternative al gas russo non può far dimenticare la disponibilità delle risorse energetiche nazionali, tanto più se queste sono di origine rinnovabile e generate da un processo sviluppato in Economia Circolare.
Le imprese Italiane che coprono il loro fabbisogno di energia possono contare su un parco impianti di oltre 200 MW, funzionanti con bioliquidi rinnovabili di produzione nazionale: residui dell’industria dell’olio e del settore alimentare, scarti e altri sottoprodotti che, sotto la tutela e il monitoraggio di filiera svolti dal Ministero delle politiche agricole, costituiscono una risorsa rinnovabile e totalmente endogena.
La gran parte di questi impianti sono per l’appunto funzionalmente connessi con aziende manifatturiere, a cui forniscono un servizio di importanza vitale: la produzione in loco di energia elettrica e calore (vapore o acqua calda) a prezzi svincolati dal costo dei combustibili fossili tradizionali.
Se pensiamo che 1 MW di potenza, in assetto cogenerativo, evita il consumo di circa 2 milioni di metri cubi di metano all’anno per produrre energia elettrica e circa 250 mila metri cubi all’anno per il calore, i conti sono presto fatti: a regime, 200 MW evitano l’acquisto e il consumo di circa 450 milioni di metri cubi di gas all’anno: un contributo significativo non solo in relazione all’attuale crisi internazionale, ma anche per la bilancia dei pagamenti nazionale.
Quale problema allora si pone? I governi passati hanno sempre considerato questa fonte rinnovabile meno preferibile a quelle operanti senza combustibili (sole, vento), ma oggi si pone in tutta evidenza il limite di questi precedenti orientamenti: l’energia prodotta da bioliquidi di filiera nazionale ha sicuramente un costo di produzione più elevato rispetto ad altre fonti, ma per contro garantisce una produzione programmabile, cioè costante e non aleatoria, al servizio sia delle aziende manifatturiere, sia del mercato elettrico; con questo tipo di produzione quindi si evita il ricorso ad impianti di back-up (oggi alimentati ancora una volta a gas naturale di provenienza estera) per la stabilizzazione di rete.
Cosa serve? È tempo di rompere con il passato e di riconoscere la funzione strategica di questi impianti, dal momento che il costo di questi sottoprodotti di origine nazionale, seppure cresciuto come tutte le commodities, garantisce un maggior valore in termini di sicurezza di approvvigionamento per il Paese: infatti se il gas di importazione costa 100 €/MWh, quali sono i “costi intrinsechi” dovuti alla dipendenza dai Paesi produttori di gas naturale? L’utilizzo dei sottoprodotti liquidi a sua volta alimenta una catena del valore tutta italiana, un unicum nel suo genere nel panorama europeo, insomma un fiore all’occhiello di quell’Economia Circolare di cui si sta tanto parlando e che è già operativa da diversi anni.
Invitiamo il Governo a valutare i benefici, non solo ambientali ma anche strategici e di opportunità per il Paese, correlati alla produzione di energia da sottoprodotti liquidi di origine nazionale, e di prendere in considerazione le proposte, già avanzate al MITE tramite le associazioni di settore.
L’idea innovativa per questo comparto virtuoso, che utilizza sottoprodotti nazionali in Economia Circolare e produce energia e calore per il settore produttivo, è quella di strutturare un meccanismo a redditività costante, in cui l’eventuale supporto alla produzione nei periodi di alto costo della materia prima si alterna a restituzioni, effettuate dagli operatori a favore dell’amministrazione pubblica, nei periodi di basso costo del combustibile.
E se così non fosse? L’Italia preparerebbe la via al fenomeno delle Fonti Fossili di Ritorno in cui le aziende manifatturiere, che fino ad oggi si sono sostenute grazie a queste fonti rinnovabili essenziali per la produzione industriale, dovrebbero tornare a consumare fonti fossili per avere energia elettrica e calore con caratteristiche di disponibilità e programmabilità; inoltre si distruggerebbe il valore creato, negli ultimi quindici anni, con le filiere nazionali di prodotti e sottoprodotti al servizio della produzione energetica, ampliando nel contempo la dipendenza energetica dall’estero.
L’Europa si trova in prossimità di una seria crisi energetica e, senza un cambio radicale di approccio, si rischia di perdere un’opportunità di impiego di una fonte rinnovabile e circolare, utilizzata efficacemente in particolar modo a sostegno della produzione industriale.
Le aziende firmatarie:
ONENERGY S.r.l.
GEFRI ENERGIA S.r.l.
SIRIUS S.r.l.
MOREX S.p.a.
CORTAL EXTRASOY S.p.a
DA.NA. S.a.s.
BANO Immobiliare snc
Kataoil S.r.l.
Lepori S.n.c.
Bio Energia Guarcino S.r.l.
Cartiere di Guarcino S.p.A.
Unigrà S.p.A.
Sipam Oxon S.p.a
I.GI. S.r.l.
Italgreen Energy S.p.A.
Salgaim Ecologic S.p.A.
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