Elettricità Futura ha trasmesso una lettera al Direttore della Divisione Energia di ARERA in merito a specifici aspetti connessi al meccanismo di determinazione dello strike price per il Capacity Market che, alla luce delle evoluzioni della crisi energetica e dello scenario geopolitico, si ritiene abbiano assunto particolare rilevanza. Questo quadro impone una riflessione immediata sulla determinazione dello strike price e in particolare della voce “materia prima gas” in esso inclusa.
Secondo Elettricità Futura la soluzione a regime più efficace per aggiornare la metodologia di calcolo dello strike price sarebbe quella di passare da un calcolo su base mensile ad una determinazione su base giornaliera. In subordine, Elettricità Futura propone di ricorrere all’applicazione di un meccanismo di mitigazione degli impatti della forte volatilità dei prezzi gas, da attivare in condizioni particolarmente critiche.
Elettricità Futura ritiene inoltre che andrebbe previsto un maggior grado di allineamento con riferimento alla componente emissioni della metodologia di calcolo del prezzo di esercizio, determinandola su base giornaliera, nonché chiarite le modalità e le tempistiche di determinazione e comunicazione dello strike price, non essendo ad oggi definito il flusso informativo verso i partecipanti al mercato.
Leggi il testo integrale della lettera.
Gentile Direttore,
facendo seguito a quanto già comunicato da Elettricità Futura[1], desideriamo riportare alla Sua cortese attenzione alcuni specifici aspetti connessi al meccanismo di determinazione dello strike price per il Capacity Market, che, alla luce delle evoluzioni della crisi energetica e dello scenario geopolitico, riteniamo abbiano assunto particolare rilevanza.
I mercati europei, già colpiti dall’emergenza Covid-19, a partire da questa estate si sono trovati a fronteggiare un aumento progressivo e costante dei prezzi dell’energia, determinato da un mix eccezionale di fattori: forte ripresa della domanda spinta dalla progressiva uscita dalla pandemia, aumenti dei prezzi delle materie prime esacerbati dalle difficoltà emerse nelle supply chain globali, scarsa produzione delle FER, aumento dei prezzi delle quote di emissione di CO2 scambiate nel sistema ETS. Più nello specifico, per quanto concerne il mercato del gas, ad una crescente richiesta (determinata sia da ragioni climatiche che da ragioni legate alla ripresa post pandemica) non è corrisposto un aumento dell’offerta, per una pluralità di ragioni:
- la Russia non ha aumentato in modo significativo l’export via pipeline verso l’Europa;
- il mercato asiatico, caratterizzato da prezzi più attrattivi, ha dirottato verso di sé forniture GNL originariamente destinate all’Europa;
- gli stoccaggi europei non sono stati completamente riempiti nel periodo estivo, raggiungendo livelli inferiori ad anni passati.
In questo delicato scenario, il potenziale aggravio di alcuni fattori nei prossimi mesi invernali (es. forti abbassamenti nelle temperature medie, eventuali carenze nelle forniture di gas dalla Russia), porterebbe i mercati energetici europei in una situazione di emergenza, con la necessità di ricorrere - come richiesto da Confindustria e da alcune associazioni rappresentative della domanda - all’utilizzo di una parte dei 4,6 mld Smc delle riserve di gas strategico disponibili negli stoccaggi italiani.
Questo quadro impone una riflessione immediata sulla determinazione dello strike price e in particolare della voce “materia prima gas” in esso inclusa.
Come più volte segnalato da Elettricità Futura, da ultimo con lettera del 28 ottobre, la metodologia definita dalla Delibera 363/2019/R/eel, basata su un’indicizzazione TTF Month-Ahead, è scarsamente cost reflective delle condizioni di mercato già in una situazione ordinaria. In scenari come quello attuale tale metodologia non fornisce un valore rappresentativo del costo variabile standard della tecnologia marginale, provocando in alcuni casi un mancato recupero dei costi variabili.
Peraltro, la stessa Delibera 98/11 ARG/elt al comma 9,4 lettera c) contempla la possibilità di rivedere e modificare, nei casi in cui risulti necessario, la formula del calcolo dello strike price anche per i periodi di consegna già contrattualizzati.
A nostro avviso la soluzione a regime più efficace per aggiornare la metodologia di calcolo dello strike price sarebbe quella di passare da un calcolo su base mensile ad una determinazione su base giornaliera al fine di riflettere in modo più efficace e dinamico il costo-opportunità della tecnologia di punta e di consentire all’operatore di avere contezza del valore dello strike al momento in cui è effettuato il bidding in MGP. Il TTF proposto da ARERA continuerebbe a essere utilizzato come hub di riferimento per l’indice di prezzo da utilizzare per il calcolo dello strike price, in quanto è il mercato europeo più liquido e rappresenta un significativo riferimento di prezzo anche per l’approvvigionamento del gas in Italia.
In dettaglio, l’elemento PFOR,m di cui all’art. 3.4.a.1 della Delibera 363/2019/R/eel corrispondente quotazioni forward OTC relative al mese verrebbe sostituito dall’elemento PFOR,d, corrispondente alla quotazione dell’hub TTF così come pubblicata da ICIS Heren nel giorno lavorativo immediatamente precedente il giorno “D-1” e determinata con il seguente criterio: se il giorno di flusso “D” è un giorno lavorativo, si utilizzerà il prodotto “TTF day ahead”; se il giorno di flusso “D” è un giorno non lavorativo, si utilizzerà il prodotto prodotto “TTF weekend”.
Posta la potenziale complessità di un adeguamento della disciplina vigente per passare alla determinazione su base giornaliera già dal 2022, si potrebbe in subordine ricorrere, non ad una modifica strutturale dell’art. 3.4.a.1 della Delibera 363/2019/R/eel, ma all’applicazione di un meccanismo di mitigazione degli impatti della forte volatilità dei prezzi gas da attivare in condizioni particolarmente critiche. Il meccanismo, in attesa di una modifica strutturale della regolazione, potrebbe essere introdotto come rimedio provvisorio da applicare nei prossimi mesi che saranno caratterizzati ancora da una forte volatilità delle quotazioni gas.
Per motivazioni del tutto analoghe, andrebbe previsto un maggior grado di allineamento anche con riferimento alla componente emissioni della metodologia di calcolo del prezzo di esercizio, di cui all’art. 3.5 della Delibera 363/2019, determinandola su base giornaliera, così da riflettere efficacemente l’andamento del mercato delle quote di emissione del sistema EU ETS e aumentare la responsivity dello strike price. A tal proposito, richiediamo di esplicitare il corretto riferimento relativamente ai criteri definiti dall’Autorità che concorrerebbero al calcolo giornaliero del parametro PEUA.
Infine, sarebbe opportuno chiarire le modalità e le tempistiche di determinazione e comunicazione dello strike price, non essendo ad oggi definito il flusso informativo verso i partecipanti al mercato.
Certi dell’attenzione che l’Autorità porrà sul tema, restiamo sin da ora disponibili ad un incontro in cui poter approfondire, con l’eventuale supporto di simulazioni, l’impatto sulla formula dello strike price dell’innalzamento dei prezzi gas e i possibili meccanismi da introdurre per mitigarne la volatilità già a partire dalle consegne 2022.
[1] Lettera Elettricità Futura, Prot. UE21/140 del 2021 Criticità determinate dall’emergenza sanitaria e dallo scenario energetico sulla disciplina del Mercato della Capacità (28 ottobre).