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Policy / Transizione energetica e procedure autorizzative

Consultazione PREAC Lombardia (Programma Regionale Energia, Ambiente e Clima)

Osservazioni Elettricità Futura (23/09/2022)


Elettricità Futura ha trasmesso ad Regione Lombardia le proprie osservazioni in relazione Programma Regionale Energia, Ambiente e Clima (PREAC) nell’ambito della VAS.

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Osservazioni generali

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ha fissato importanti obiettivi a livello nazionale di decarbonizzazione e penetrazione delle fonti rinnovabili al 2030, prevedendo la realizzazione di circa 40 GW di nuova capacità, che dovranno essere ulteriormente incrementati, coerentemente con l’innalzamento dei target di riduzione delle emissioni climalteranti.

Il periodo di instabilità politica ed economica mondiale e la crisi energetica hanno portato l’Europa e Paesi come il nostro ad una riflessione sulle modalità per garantire la sicurezza del nostro approvvigionamento energetico.

È stato messo in evidenza da più parti come le fonti rinnovabili possano essere una delle soluzioni strutturali non solo per raggiungere un’economia a zero emissioni al 2050 ma anche per acquisire una maggiore indipendenza energetica nazionale.

Crediamo che il nuovo Programma Regionale Energia, Ambiente e Clima (PREAC) debba essere sviluppato anche in considerazione di questo nuovo difficile contesto. Sebbene si tratti di un programma a medio-lungo termine riteniamo che la contingenza non possa e non debba essere trascurata: molte delle misure introdotte nel Programma potranno infatti essere messe in campo fin da subito, portando così il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica e come risposta immediata alle criticità che vive il tessuto economico e sociale.

Per questo suggeriamo di adottare fin d’ora un piano maggiormente ambizioso in termini di:

  • obiettivi di nuova capacità FER, in un approccio maggiormente olistico, senza trascurare il potenziale di fv a terra (anche in aree agricole), della geotermia, dell’idrogeno, delle bioenergie e del idroelettrico,
  • attenzione all’efficientamento/ammodernamento e potenziamento del parco FER esistente, in special modo dell’idroelettrico e degli impianti a bioenergie già presenti in maniera importante all’interno del territorio e in considerazione del ridotto (quando non nullo) consumo di nuovo suolo.

Inoltre, in questo contesto mutevole e alla luce dei numerosi interventi attuativi del Dlgs 199/2021 attesi tra cui l’individuazione di aree idonee e degli obiettivi di burden sharing non è da escludere che le ambizioni del Programma debbano essere a breve riviste sulla base di nuovi assunti.

In tal senso riteniamo pertanto positivo il meccanismo introdotto di monitoraggio obiettivi e di eventuale riprogrammazione, e dunque il superamento dalla logica di approvazione di un set di obiettivi e misure modificabili solo nel momento della revisione ciclica del programma, ogni 8 anni. Suggeriamo quindi di integrare il capitolo dedicato al monitoraggio e riprogrammazione tenendo in considerazione fin d’ora eventuali revisioni del PREAC che potranno intervenire a fronte di nuove indicazioni da parte del Governo nei prossimi mesi su temi di rilevo per la programmazione regionale.

Considerando queste premesse parte integrante delle nostre osservazioni seguono ai paragrafi successivi considerazioni puntuali. Restano altresì valide le osservazioni già inviate nell’ambito della precedente fase di consultazione nell’ambito dell’Osservatorio Regionale Economia Circolare e Transizione Energetica relative alle misure di attuazione del Programma, per gli aspetti non già recepiti all’interno della nuova proposta di PREAC.

 

Osservazioni di dettaglio

Obiettivi di nuova capacità FER (Allegato 8 PREAC)

Secondo quanto indicato nell’allegato 8 la definizione del mix tecnologico è stata affidata ad un modello di ottimizzazione che “determina la configurazione ottimale al fine di minimizzare i costi, garantendo al contempo la riduzione delle emissioni”. Il modello siffatto però contiene alcune ipotesi di partenza e vincoli che ne rendono gli output non del tutto condivisibili.

Il risultato del modello fornisce un quadro di incremento delle FER che sembra a senso unico, con il FV su coperture che diventa il driver principale del piano al 2030 e che lascia alle altre fonti rinnovabili, che potrebbero avere ulteriore potenziale di sviluppo di nuova capacità o in termini di efficientamento dell’esistente, ben poco spazio.

Sebbene sia comprensibile come alcune fonti siano ritenute poco adatte al territorio lombardo, come l’eolico, ve ne sono altre come l’idroelettrico, le bioenergie e la geotermia, a fianco agli impianti FV utility scale a terra che riteniamo possano e debbano avere un ruolo più importante in una programmazione regionale a medio e lungo termine. Bisogna essere consapevoli che il target al 2030 non può essere raggiunto limitando l’installazione del FV alle coperture e alle aree industriali/dismesse/ex discariche, che pur risultano preferibili.

Sebbene non vi siano divieti espressi all’installazione di nuovi impianti FER di nessun genere, stante anche il superamento del concetto di aree non idonee in favore di aree tutelate, i limitati obiettivi di crescita per molte tipologie di fonti rinnovabili e dunque la pressoché assenza di misure di sostegno e di fattori facilitanti rischiano di condurre allo sviluppo di un mix energetico non equilibrato e pertanto difficilmente sostenibile se non con costi elevati per il sistema.

In assenza di sviluppo coordinato di rinnovabili non programmabili come il FV e fonti programmabili come idroelettrico, bioenergie e geotermia il sistema dovrà infatti ricorrere a ingenti risorse di bilanciamento e di servizi di rete necessari all’esercizio in sicurezza del sistema, quali la regolazione di frequenza e tensione e l’accumulo energia.

Il Programma ha lo scopo di “guidare” la transizione, indirizzando le scelte degli operatori; formulare traiettorie di crescita delle singole tecnologie che siano maggiormente equilibrate è una parte fondamentale del processo, suggeriamo pertanto che la ripartizione degli obiettivi di nuova capacità al 2030 debba essere rivista includendo:

  • obiettivi maggiormente ambiziosi per idroelettrico, prevedendo espressamente lo sviluppo di nuovi impianti su reti esistenti e in regime di uso plurimo e maggiore recupero energetico a partire dagli impianti installati implementando al contempo misure di semplificazioni nei procedimenti di rilascio nuove autorizzazioni e di rinnovi.
  • maggiore valorizzazioni di impianti a biomassa e a bioliquidi esistenti favorendo, mediante l’implementazione di misure di semplificazione e coordinamento tra amministrazioni, interventi di ammodernamento e rifacimento che garantirebbero il mantenimento di significativi volumi di energia rinnovabile programmabile senza ulteriore consumo di suolo, con positive ricadute sia sull’adeguatezza del sistema elettrico che sulla sicurezza degli approvvigionamenti contribuendo alla riduzione dalla dipendenza dal gas naturale, con benefici ambientali innegabili rispetto a ripristino a pieno regime degli impianti a fonti fossili la cui oggi il governo intende ricorrere.

In tale contesto particolare attenzione dovrebbe esse dedicata impianti esistenti collegati ad attività manifatturiere e alimentati in prevalenza da filiere nazionali (sottoprodotti), la cui prosecuzione d’esercizio valorizzerebbe le attività manifatturiere che hanno investito in impianti concepiti in ottica di Economia Circolare. 

Aree idonee e aree tutelate (Allegato 13 PREAC)

Il PREAC non definisce espressamente le aree idonee per l’installazione di FER in attesa della definizione dei criteri ministeriali ma si limita ad elencare quanto oggi disposto dalla legislazione nazionale: una serie di specifiche aree da considerarsi immediatamente idonee ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 199/2021.

Preme sottolineare come tali prime aree non sono da considerarsi “transitorie” ma definiscono il primo perimetro da cui il Ministero dovrà necessariamente partire per l’estensione delle stesse all’interno del nuovo decreto attuativo dedicato.   

A regime infatti tali aree dovranno, per essere efficaci, interessare quote di territorio più ampie possibili, non limitandosi alle aree strettamente necessarie per raggiungere i target di Burden Sharing. Ciò, anche al fine di traguardare gli obiettivi in maniera efficace ed efficiente e garantire un adeguato livello di competitività del mercato, evitando potenziali comportamenti distorsivi, nonché d’inefficienza nel costo finale dell’energia e in generale del processo di transizione energetica.

Suggeriamo in tal senso che, in attesa di ulteriori indicazioni da parte del Ministero la Regione Lombardia consideri fin da subito, integrando in tal senso il PREAC, le aree idonee già definite dalla normativa nazionale, identificandole espressamente dove possibile e affiancandole alle aree tutelate già definite.

Sottolineiamo in particolare il ruolo che la c.d. “solar belt”[1] potrebbe rivestire all’interno della programmazione energetica di Regione Lombardia. Tale fattispecie risulta infatti particolarmente adatta al territorio lombardo (caratterizzato da un’elevata vocazione industriale), nel quale sono presenti numerosi siti industriali, artigianali e commerciali; l’adozione di questo specifico criterio nell’ambito della disciplina delle aree idonee favorirebbe lo sviluppo di impianti fotovoltaici a terra di taglia industriale in prossimità dei centri di consumo, incrementando la produzione di energia elettrica rinnovabile nel mix di generazione regionale a costi sostenibili per il sistema.

Relativamente alle aree tutelate, apprezziamo molto lo sforzo fatto da Regione Lombardia nel rivedere il concetto di aree non idonee contenute nel Precedente Programma Energetico Ambientale Regionale (PEAR) passando a quello di aree con particolari esigenze di protezione, all’interno delle quali non vi sono preclusioni assolute all’installazione di nuovi impianti. Segnaliamo però la necessità di accompagnare tale modifica con ulteriori misure:  in particolare, al di là delle prime indicazioni progettuali necessarie a superare eventuali criticità introdotte nell’allegato 13, il nuovo modello rinvia – correttamente – per ciascun progetto ad ulteriori specifici approfondimenti in fase autorizzativa e pertanto affinché tale processo sia davvero efficace è necessario che la Regione promuova un maggiore coordinamento tra i diversi soggetti competenti e i diversi livelli istituzionali coinvolti e implementi un sistema di monitoraggio dei processi autorizzativi.

Suggeriamo da ultimo che gli elementi del contesto ambientale e territoriale individuati (quali aree sottoposte a vincoli paesaggistici, aree sensibili, ecc…) vengano accompagnate da rappresentazioni cartografiche che costituiscono un valido ed efficace strumento per le fasi di valutazione preliminare da parte degli operatori.

 

Riconversione delle centrali a biogas in impianti per la produzione di biometano

Con particolare riferimento alle riconversioni degli impianti da biogas a biometano, condividiamo l’approccio in base al quale l’opportunità di riconversione dovrà essere una scelta in capo ai singoli operatori, sulla base delle caratteristiche tecniche ed economiche dei progetti potenzialmente oggetto di riconversione. A questo proposito, suggeriamo di non escludere la possibilità che – per via di specifiche necessità di natura tecnico-economica – alcuni impianti a biogas possano proseguire l’esercizio nell’attuale configurazione elettrica, prevedendo tuttavia un meccanismo di integrazione dei ricavi a mercato (qualora necessario) così come previsto dal Dlgs 199/2021.

In aggiunta, con l’obiettivo di favorire le riconversioni degli impianti a biogas in biometano e raggiungere il pieno potenziale disponibile a livello regionale, appare fondamentale favorire il rilascio dei titoli autorizzativi necessari per la realizzazione degli interventi di riconversione, adottando una legislazione regionale che includa anche la fattispecie delle riconversioni all’interno delle semplificazioni ad oggi esistenti nel quadro normativo nazionale e limitate alla sola realizzazione di nuovi impianti.

 

Sviluppo delle reti di Teleriscaldamento efficienti (Linee d’azione PREAC – M1)

Esprimiamo apprezzamento per l’importanza che il PREAC riserva allo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento (e teleraffrescamento) efficienti, riconoscendone il ruolo fondamentale nel percorso di decarbonizzazione della Regione.

Con particolare riferimento alle principali barriere di natura normativo-regolatoria che ostacolano la realizzazione e l’ampliamento delle reti di teleriscaldamento efficiente, proponiamo – in aggiunta a  quanto già riportato nel paragrafo “I nodi della regolazione” – la seguente integrazione: al sesto punto elenco (Decreto Direttoriale del 3 maggio 2022), oltre all’errata definizione dei sistemi di teleriscaldamento efficienti, segnaliamo che la scheda per l’ottenimento dei titoli di efficienza energetica per l’allacciamento di nuove utenze a sistemi di teleriscaldamento/teleraffrescamento efficienti (allegata al Decreto Direttoriale) esclude dal calcolo dei risparmi energetici il calore prodotto da impianti in assetto cogenerativo e quello generato da fonti rinnovabili (fatta eccezione per il solare termico). Tale previsione rende nei fatti non applicabile la scheda. La maggior parte dei sistemi di teleriscaldamento esistenti sono infatti alimentati da cogenerazione e fonti rinnovabili: l’esclusione di queste tipologie rappresenta quindi una forte barriera all’estensione delle reti esistenti.

Sviluppo dell’idroelettrico - Valutazione degli effetti ambientali

All’interno della scheda sulla misura dedicata allo sviluppo dell’idroelettrico ed in particolare relativamente alla sezione relativa alla valutazione degli impatti, segnaliamo che andrebbe meglio chiarito ed espressamente esplicitato che alterazioni chimico-fisiche delle acque non sono sempre presenti ma possono manifestarsi solo in determinate circostanze, ed in particolare nel caso in cui siano presenti dighe, opere idrauliche presenti e/o realizzate non esclusivamente in impianti idroelettrici (vedi scopo irriguo, laminazione delle piene, ecc...).

Segue: All. Elettricità Futura | Osservazioni Cons. Preliminare PREAC Lombardia - 26/05/2022

[1] Articolo 20, comma 8, lettera c ter), punto 1) del Dlgs 199/2021.



 

 

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