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Policy / Transizione energetica e procedure autorizzative

Produzione di energia elettrica da biomassa solida - attuazione del D.lgs. 199/21

Osservazioni Eletticità Futura (31/05/2022)

Elettricità Futura ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la propria proposta sul meccanismo di integrazione dei ricavi a favore di impianti a biomassa solida, di cui all’art.5, c.5, h) del Decreto,

con l’obiettivo di salvaguardare un settore che potrebbe garantire sin da subito un apporto di energia rinnovabile programmabile con benefici sull’economia circolare, la decarbonizzazione, la gestione forestale sostenibile e l’occupazione diretta e indotta.

Il meccanismo proposto prevede l’individuazione di un livello minimo di copertura dei costi di generazione, qualora i ricavi derivanti dalla cessione dell’energia non siano sufficienti a farlo, con potenziale restituzione al sistema nel caso in cui le entrate risultino superiori a un livello predeterminato.

Elettricità Futura si è resa disponibile a un incontro con il Ministero per illustrare i contenuti della proposta e valutare le più opportune modalità implementative del Decreto.

Leggi il testo integrale delle Proposte.


Premessa

Il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, di Attuazione della cosiddetta direttiva “RED II”, all’articolo 5, comma 5, lettera h) prevede misure per integrare i ricavi conseguenti alla partecipazione al mercato elettrico, a favore di impianti a fonti rinnovabili che continuano ed essere eserciti al termine del periodo di diritto agli incentivi, con particolare riguardo agli impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione legati ai costi di approvvigionamento del combustibile, tenendo conto della necessità di contenimento dei costi secondo logiche di efficienza e comunque nel rispetto di un principio di economia circolare e della disciplina in materia di aiuto di Stato.
Questa misura richiama quanto già previsto dieci anni prima - ma ancora inattuato - dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, articolo 24, comma 8, sulla definizione di prezzi minimi garantiti, ovvero integrazioni dei ricavi conseguenti alla partecipazione al mercato elettrico, per la produzione da impianti a fonti rinnovabili che continuano ad essere eserciti in assenza di incentivi e per i quali, la salvaguardia della produzione non è assicurata dalla partecipazione al mercato elettrico, utile ad assicurare l'esercizio economicamente conveniente degli impianti, con particolare riguardo agli impianti alimentati da biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili.

In particolare, le centrali a biomassa solida attualmente in esercizio svolgono un importante ruolo all’interno delle fonti rinnovabili d’energia, contribuendo a:

  • limitare la dipendenza dalle fonti fossili e dalle importazioni delle stesse;
  • attuare la decarbonizzazione attraverso la generazione di energia rinnovabile termica ed elettrica;
  • garantire la stabilità e la resilienza del sistema elettrico, grazie alla programmabilità e continuità della generazione, necessaria per incrementare la produzione derivante da FER intermittente;
  • ridurre le emissioni di CO2 fossile in atmosfera, contribuendo a mitigare l’effetto serra e i cambiamenti climatici;
  • mettere in atto la gestione forestale sostenibile e responsabile, aumentando la capacità di assorbimento “carbon sink” forestale;
  • presidiare i territori montani e le aree interne attraverso azioni di manutenzione e prevenzione di incendi, rischi idrogeologici;
  • garantire l’economia circolare, attraverso la valorizzazione di biomasse residuali e un uso completo e rispettoso dei principi dell’economia a cascata dei materiali, secondo una corretta gestione dell’impatto ambientale;
  • consolidare le filiere locali esistenti ed avviarne di nuove, dedicate all’approvvigionamento di residui forestali e agricoli, altrimenti inutilizzati, favorendo la diffusione dell’innovazione in agricoltura e contrastando il cosiddetto “abbruciamento a bordo campo”, nonché lo spopolamento delle zone montane e rurali;
  • aumentare il PIL nazionale e contribuire all’occupazione sia diretta che indotta in comparti come quello agricolo, forestale, metalmeccanico elettrico e termoelettrico, con effetti positivi sul gettito fiscale.

L’importanza dell’apporto di questa fonte è ancor più evidente oggi, a seguito del periodo di instabilità politica ed economica mondiale e della crisi energetica, che hanno portato i Paesi come il nostro ad una riflessione sulle modalità per garantire la sicurezza del nostro approvvigionamento energetico, attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili.

Il comparto delle biomasse solide è per lo più composto da centrali il cui attuale regime di incentivazione è destinato ad esaurirsi nel giro di pochi anni e la persistente mancata emanazione delle misure previste da oltre dieci anni per garantire l’integrazione dei ricavi al termine della vita incentivata, porterà alla chiusura di decine di aziende, non più in grado di sostenere i costi di approvvigionamento della biomassa. La valorizzazione di questi asset garantirebbe il mantenimento di significativi volumi di energia rinnovabile programmabile senza ulteriore consumo di suolo, con benefici ambientali innegabili rispetto alla riapertura di centrali a fonti fossili a cui oggi il governo si vede costretto a ricorrere o, scenario per certi versi anche peggiore, dover incrementare i consumi e conseguentemente l’importazione di gas naturale.

Proposte 

Il comparto delle biomasse, differentemente dalle altre fonti rinnovabili, sostiene specifici costi:

  • Costo combustibile
  • Costi di produzione
  • Ammortamenti per adeguamento alle BAT

È pertanto necessario attuare al più presto le previsioni del DLgs 199, introducendo un meccanismo di stabilizzazione delle entrate applicabile senza soluzione di continuità con il meccanismo di sostegno preesistente (GRIN ex-CV e TO), per garantire la continuità della generazione di energia da biomassa al termine della vita utile incentivata degli impianti, assicurando al contempo il contenimento dei costi per il sistema.

Il meccanismo proposto dovrebbe garantire una copertura dei costi qualora i ricavi derivanti dalla cessione dell’energia non fossero sufficienti a farlo, ma potrebbe prevedere una restituzione al sistema nel caso in cui le entrate risultassero superiori a un livello predeterminato.

Un simile meccanismo risulterebbe conforme alle nuove linee guida comunitarie sui CEEAG, le quali, a loro volta, mirando a garantire la coerenza con la legislazione e le politiche dell’UE pertinenti in materia ambientale ed energetica, nonché ponendosi come obiettivo ultimo la fine ai sussidi per i combustibili fossili più inquinanti, ammettono incentivi statali, limitatamente ad una serie di misure a favore dell’ambiente, dell’energia e del clima.

Il meccanismo, stabilito un valore di supporto alla produzione ricompreso tra un massimo ed un minimo predeterminati, dovrà prevedere un bilanciamento/complementarietà in funzione dell’andamento del Mercato dell’energia (prezzo medio di vendita sul MGP avutosi a livello nazionale durante l’anno di riferimento) nonché prevedere, in linea con il principio di verifica periodica del livello di aiuti di stato forniti, un adeguamento della sua valorizzazione su base minimo triennale, subentrando senza soluzione di continuità alla Tariffa Ex Certificati Verdi (GRIN) o alla TO.

In aggiunta, al fine di garantire la resilienza delle iniziative di filiera sviluppate e le ricadute in termini di indotto e gettito fiscale, in continuità con l’attuale scenario, dovrebbe essere prevista una premialità legata alla filiera, determinata sulla base della percentuale di combustibile utilizzato proveniente da accordi di filiera, sia agricoli che forestali, volti a promuovere la gestione sostenibile dei boschi, la riduzione del rischio idrogeologico e del rischio incendio, nonché l’eliminazione degli abbruciamenti a bordo campo dei residui agricoli.

In aggiunta, andrebbe valutata l’erogazione di un premio per la riduzione delle emissioni inquinanti rispetto alle BAT, in continuità con quello previsto dal DM 6 luglio 2012, quale sprone al miglioramento continuo delle performance ambientali di questi impianti. Il meccanismo descritto potrebbe essere attuato sviluppando un modello quale quello illustrato nel paragrafo seguente.


Il modello di integrazione dei ricavi

Uno schema di integrazione dei ricavi quale quello sopra descritto, che garantisca un supporto alla produzione, alla filiera di approvvigionamento ed alla riduzione delle emissioni inquinanti, dovrebbe basarsi su tre componenti:

Ricavi (€/MWh) = Ricavi produzione + Supporto filiera + Premio ambientale

1. Ricavi diretti produzione elettrica

Ricavi derivanti dalla cessione dell’energia prodotta dall’impianto secondo il valore di mercato dell’energia, integrabile con un fattore di copertura dei costi di generazione

€/MWh = (Vendita + Supporto alla produzione) x Ee immessa

Laddove:

  • Vendita = commercializzazione all’ingrosso sul Mercato Libero (€)
  • Energia immessa = energia elettrica netta immessa in rete (MWh)
  • Supporto alla produzione = W - Re
  • W = base di riferimento per supporto alla produzione

• Re = andamento ML preso a riferimento

Il valore di Supporto alla produzione dovrà essere ricompreso tra un massimo ed un minimo predeterminati, sulla base delle caratteristiche e dimensioni dell’impianto.

Il valore della base di riferimento W per supporto alla produzione si ipotizza costante su base triennale, in linea con il principio di verifica periodica del livello di aiuti di stato forniti.

La valorizzazione del fattore Re dovrebbe basarsi sul prezzo medio di vendita sul mercato libero avutosi a livello nazionale durante l’anno di riferimento. La sua determinazione avverrebbe secondo il principio dell’«acconto/saldo»: mentre mensilmente verrà riconosciuto il valore puntuale del mese in corso, su base annuale, quanto già riconosciuto verrà conguagliato sulla base della media complessiva annuale.

2. Supporto alla filiera agro-forestale

Fattore integrativo dei ricavi applicabile, in continuità con l’attuale metodologia, per stimolare l’approvvigionamento di biomasse da filiera e compensarne i maggiori costi.

Da definire proporzionalmente a %Tons, dove:

  • %Tons = percentuale sui consumi totali di biomassa relativa al combustibile proveniente da accordi di filiera agricoli e/o forestali e filiera corta, conformemente al principio di “utilizzo a cascata” grazie alla gestione sostenibile dei boschi, in forma di sostegno alla filiera del legno esistente, con conseguenti benefici per indotto e ricaduta fiscale.


3. Contributo al miglioramento ambientale

Premio aggiuntivo ai ricavi sopra determinati, in favore di impianti con performance ambientali particolarmente elevate, in grado di garantire una riduzione delle emissioni inquinanti rispetto alle BAT.

  • Da determinare in continuità con quanto previsto dal DM 6 luglio 2012, articolo 8, comma 6 e 7.

Il compito della predeterminazione del livello dei ricavi potrebbe essere posto in capo all’Autorità.

 

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