Elettricità Futura ha trasmesso una lettera firmata dal Presidente Agostino Re Rebaudengo indirizzata al Ministro della Transizione Ecologica e che fa seguito alla lettera dello scorso 19 novembre, per ribadire la criticità del recente schema di decreto per l’incentivazione della produzione di biometano e l’economia circolare, con riferimento alla produzione di biometano da FORSU, gas rinnovabile, imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
Elettricità Futura indica gli aspetti sui quali è necessario intervenire con urgenza per favorire lo sviluppo del biometano in Italia e chiede un incontro per illustrare la struttura di costo di tali impianti, che non ritiene possano essere costruiti ed eserciti con le previsioni dell’attuale schema di decreto.
In particolare:
- per gli impianti che al 31/12/2022 siano in costruzione/oggetto di concessioni pubbliche o altre forme di partenariato pubblico-privato, mantenere l’attuale regime di incentivazione di cui al DM 2 marzo 2018 oggi vigente, con l’obbligo di entrata in esercizio entro il 30 giugno 2026, prevedendo un raccordo con il nuovo meccanismo di supporto successivamente al decimo anno dall’entrata in esercizio;
- prevedere un’adeguata tariffa per gli impianti di biometano da FORSU, collocata nel range 80-120 €/MWh in funzione della capacità dell’impianto, che sia di nuova realizzazione o una riconversione;
- confermare l’applicabilità dell’incentivo anche alla quota di biometano destinato all’autoproduzione di energia necessaria agli impianti;
- innalzare al 40% il contributo in conto capitale degli investimenti, includendo tra le spese ammissibili anche gli impianti e le apparecchiature necessari alla fase di chiusura del ciclo dell’organico;
- estendere a 36 mesi il termine di 18 mesi previsto dal nuovo schema di decreto per l’entrata in esercizio degli impianti;
- includere nella disciplina la produzione di biometano da biogas da discarica e le riconversioni di impianti di biogas da digestione anaerobica da FORSU esistenti:
- disciplinare la sostenibilità del biometano da rifiuti organici ovviando alla difficoltà di trasporre i principi e gli obiettivi della direttiva comunitaria REDII nel relativo decreto di recepimento, rispettando la peculiarità dei processi produttivi degli impianti nazionali;
- ripristinare i contributi a fondo perduto di cui al DM 2 marzo 2018 oggi vigente per la produzione di biometano liquefatto (BML), che possono avere un ruolo molto importante nella decarbonizzazione del segmento trasporti.
Leggi il testo integrale della lettera.
Gentile Ministro Roberto Cingolani,
con la presente Elettricità Futura, facendo seguito alla lettera trasmessa il giorno 19 novembre, intende ribadire la criticità del recente schema di decreto per l’incentivazione della produzione di biometano e l’economia circolare con riferimento alla produzione di biometano da FORSU, gas rinnovabile, imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
Ci preme infatti indicare gli aspetti sui quali è necessario intervenire con urgenza, per favorire lo sviluppo del biometano nel nostro Paese, tutelando sostenibilità economica sia delle opere già realizzate, che dei nuovi investimenti avviati, programmati o ancora da programmare:
- Per non bloccare la realizzazione delle iniziative già in sviluppo è necessario che agli impianti, che alla data del 31 dicembre 2022 siano in costruzione o siano oggetto di concessioni pubbliche o altre forme di partenariato pubblico-privato, sia consentito di mantenere l’attuale regime di incentivazione di cui al DM 2 marzo 2018 oggi vigente, con l’obbligo di entrare in esercizio entro il 30 giugno 2026, prevedendo un raccordo con il nuovo meccanismo di supporto successivamente al decimo anno dall’entrata in esercizio. Ciò anche per garantire continuità all’intero settore produttivo dei biocarburanti avanzati, atteso che gli obiettivi sottostanti l’attuale regime di sostegno sono stati solo parzialmente raggiunti. Un processo di notifica si renderebbe necessario solo dopo il 2023 essendo stato prorogato il Regolamento UE GBER fino a tutto il 31/12/2023.
- Il nuovo regime dovrebbe prevedere un’adeguata tariffa per gli impianti di biometano da FORSU, collocata nel range 80-120 €/MWh in funzione della capacità dell’impianto, del fatto che esso sia di nuova realizzazione o il risultato di una riconversione. Dovrebbe inoltre essere confermata l’applicabilità dell’incentivo anche alla quota di biometano destinato all’autoproduzione di energia necessaria agli impianti. Solo così sarà possibile garantire lo sviluppo del biometano da FORSU, evitando l’ennesimo blocco del settore, di grandissimo impatto per stakeholder pubblici e privati.
- Anche il contributo in conto capitale degli investimenti dovrebbe essere innalzato al 40%, includendo tra le spese ammissibili anche gli impianti e le apparecchiature necessari alla fase di chiusura del ciclo dell’organico, ossia per la fase di compostaggio o trasformazione del digestato, affinché la percentuale del contributo stesso non sia solo nominale.
- Il termine di 18 mesi previsto dal nuovo schema di decreto per l’entrata in esercizio degli impianti dovrebbe essere esteso almeno a 36, salvo ritardi dovuti a ricorsi o a sospensioni dei lavori imputabili a terzi, in linea con i tempi medi di costruzione di un impianto di biometano da FORSU, nonché con i tempi necessari per i collaudi, l’avvio del processo di digestione anaerobica e la connessione alla rete di trasporto e distribuzione del gas.
- In coerenza con il decreto di recepimento della direttiva RED II, lo schema di decreto deve disciplinare la produzione di biometano da fonti quali il biogas da discarica e le riconversioni di impianti di biogas da digestione anaerobica da FORSU esistenti. Queste casistiche risultano escluse dagli allegati 1 e 2 dello schema di decreto, ovvero dalle tabelle con i costi specifici di investimento massimo ammissibile e le tariffe di riferimento per gli interventi di realizzazione degli impianti. È pertanto necessario ovviare a questa limitazione.
- Occorre disciplinare efficacemente la sostenibilità del biometano da rifiuti organici ovviando alla difficoltà di trasporre i principi e gli obiettivi della direttiva comunitaria REDII nel relativo decreto di recepimento, rispettando la peculiarità dei processi produttivi degli impianti nazionali. Infatti, nella RED II i valori standard di risparmio delle emissioni per il biometano prodotto dai rifiuti organici sono stati aggiornati rispetto alla RED I, rendendoli non applicabili agli impianti integrati di digestione anaerobica e compostaggio. Tale misura potrebbe rendere molto difficile ottenere la dichiarazione di sostenibilità per tali impianti e di conseguenza il rilascio degli incentivi.
- Infine è necessario ripristinare i contributi a fondo perduto di cui al DM 2 marzo 2018 oggi vigente per la produzione di biometano liquefatto (BML), che possono avere un ruolo molto importante nella decarbonizzazione del segmento trasporti.
Certi dell’attenzione che vorrà dare alla nostra richiesta, chiediamo urgentemente un incontro per illustrare la struttura di costo di questi impianti che, pur avendo delle peculiarità in funzione degli ambiti in cui sono realizzati, non potranno essere né costruiti né tanto meno eserciti con le previsioni dell’attuale schema di decreto.