Arrivare tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2020 alla pubblicazione di un manifesto del fornitore di energia elettrica del futuro, contenente le best practice europee e una serie di raccomandazioni di tipo regolatorio e politico per incoraggiare l’elettrificazione dei consumi finali. E’ l’obiettivo dell’iniziativa “Supplier Declaration” di Eurelectric, che ha organizzato – con la collaborazione di Accenture – una serie di workshop in tutta Europa per analizzare le barriere e le opportunità di sviluppo dei nuovi modelli di business: dalle rinnovabili alla demand response, dall’efficienza alla mobilità elettrica.
Dopo Dublino, Oslo e Amsterdam, il 2 luglio è stato il turno di Roma ad ospitare il workshop Eurelectric, che ha avuto il sostegno di Elettricità Futura e ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Arera, Rse, Cesi, Enel, Enel X, Edison, A2A, EP Produzione, Acea, Dnv GL, B Ticino, Sinapsi e Amici della Terra.
Il senior advisor Markets & Customers and Public affairs coordination di Eurelectric, Sébastien Doligé, spiega a QE che il workshop romano ha seguito la falsariga di quelli già svolti e che si terranno a breve a Madrid, Praga, Varsavia e in una città tedesca ancora da definire. “Dobbiamo capire se in tutti i Paesi europei esistono le medesime barriere e identificare quindi le possibili direttrici comuni per la preparazione della Supplier Declaration”, precisa Doligé, aggiungendo che il manifesto “conterrà una serie di impegni, ad esempio in termini di maggiore innovazione e migliori relazioni con i clienti”.
In pratica, sottolinea Doligé, “vogliamo capire se c’è qualcosa che possiamo fare diversamente e quali sono i nuovi ruoli dei fornitori”. Di qui il “brainstorming” itinerante con gli esponenti dell’industria elettrica e delle rinnovabili, della politica, delle società tecnologiche, del mondo accademico e delle associazioni. Partendo dal presupposto che “solo se i consumatori saranno coinvolti attivamente nella transizione si potrà aumentare l’elettrificazione dei consumi finali dall’attuale 20% - percentuale praticamente ferma dagli anni ’90 - al 60% necessario a ridurre le emissioni del 95% al 2045”.
Elettricità Futura ed Eurelectric “credono fortemente che l’elettrificazione dei consumi finali costituisca l’elemento fondamentale per la decarbonizzazione”, ha rimarcato il vice-presidente di EF, Marco Margheri, convinto che “il successo del workshop dimostra la vivacità delle aziende e delle organizzazioni italiane: l’esperienza italiana nell’efficienza, nella digitalizzazione, nello sviluppo di servizi innovativi e delle Fer dimostra quanto anche nel nostro Paese la transizione possa trasformarsi in una vera opportunità per i consumatori”.
Il workshop di Roma è stato suddiviso nei gruppi tematici Fer e demand response, efficienza energetica e mobilità elettrica. Il primo gruppo ha identificato tra le principali barriere la struttura tariffaria (non linearità dei costi rispetto al consumo), le infrastrutture di rete, la lontananza tra consumatore e produttore, l’automazione e digitalizzazione domestica e la resistenza al cambiamento dei clienti. Quest’ultimo aspetto è stato individuato anche in materia di efficienza, dove un’ulteriore barriera è costituita dalla scarsa conoscenza delle opportunità offerte dal settore.
Per la mobilità elettrica, infine, i principali ostacoli sono i costi di investimento elevati, l’autonomia limitata (“range anxiety”) e infrastrutture pubbliche di ricarica poco diffuse e con distribuzione non omogenea. Su questo fronte, rileva Doligé, una barriera sinora riscontrata solo in Italia è quella dei parcheggi riservati alla ricarica delle e-car occupati abusivamente dalle auto a combustione.
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